Mare

D’umore cangiante,
t’ho visto schiaffeggiare nervosamente i pontili,
carezzare amorevolmente la rena,
massaggiare delicatamente le membra
e soffocare la vita.
T’ho sentito sussurrare la dolce nenia con lo sciabordio delle tue acque
e udito il grido rabbioso d’esse.
T’ho sentito caldo e accogliente
e invitante e gelido e minaccioso.
T’ho visto scultore modellare angoli di paradiso con azione incessante
e spazzar via l’opera umana non tollerandone più l’invasione.
T’ho visto impazzito ed urlante reagire con rabbia,
con la schiuma alla bocca, serrando i denti candidi, nero in volto,
scaricando la tua furia sulla spiaggia.
Ho udito il tuo dolce canto
e le tue urla,
il frastuono che ogni cosa copre,
sovrasta ogni rumore, e non si quieta.
E la pace delle tue acque trasparenti,
immobili,
come se stessi riposando nel sole.